30/09/08

Trailer Film 2009 - Il Rovescio della Costituzione Italiana

Inosservata nel 2006 è passata una modifica al Codice Penale che depenalizza il reato di colpo di Stato. L’aggiustamento, inserito in una più ampia revisione degli articoli riguardanti i reati d’opinione, risale al 24 febbraio del 2006, poco prima dello scioglimento delle camere del Berlusconi II, e va letteralmente a cambiare i parametri del reato di golpe descritti all’articolo 283 - lo stesso che nel lontano 1992 autorizzò a procedere nei confronti degli appartenenti alla loggia massonica P2 . Se prima infatti, chiunque commettesse un fatto diretto a mutare la costituzione della sovranità, con mezzi non consentiti dall'ordinamento costituzionale dello Stato ( leggi elezioni democratiche ) era punito con la reclusione non inferiore a dodici anni, ora il nuovo testo recita: “Chiunque, con atti violenti, commette un fatto diretto e idoneo a mutare la Costituzione dello Stato o la forma di governo, è punito con la reclusione non inferiore a cinque anni ”. Il rovesciamento violento rimane quindi l’unico tabù nel tentativo di sovvertire dell’ordine nazionale, tutto il resto è lecito.
Art. 283 prima della modifica:
“Chiunque commette un fatto diretto a mutare la costituzione dello Stato, o la forma del Governo, con mezzi non consentiti dall’ordinamento costituzionale dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni.”
Art. 283 modificato:
“Chiunque, con atti violenti, commette un fatto diretto e idoneo a mutare la Costituzione dello Stato o la forma di governo, è punito con la reclusione non inferiore a cinque anni’.”

29/09/08

Nucleare, un scelta disastrosa !!! ... La prima centrale costruiamola ad Arcore!!

No Nukes
Il nucleare non fornisce risposte convincenti all'emergenza climatica e il ricorso all'atomo potrebbe rivelarsi fatale per un'economia fragile. Eppure il «sentimento prevalente» del paese subisce la campagna del governo Berlusconi, sostenuta dall'opportunismo dei capofila dell'economia italiana.
1. Un'impresa dissennata.
Secondo l'Ipcc al 2020 saremo già in piena emergenza climatica se non interverranno prima riduzione dei consumi e blocco delle emissioni di Co2. In tali tempi ravvicinati il ricorso al nucleare risulta pressoché ininfluente. A un impianto nucleare, con 40 anni di funzionamento previsto, occorrono i primi 9 anni di esercizio per pareggiare l'energia spesa nella costruzione.
Tenuto conto di 4 anni di lavori e di 5 tra localizzazione e progettazione, un sistema che sviluppa 1 impianto/anno darebbe energia netta positiva solo dal 19˚ anno (anche nel piano di Scajola arriveremmo al 2028). Se si raggiungesse entro il 2030 l'obiettivo buttato lì da Berlusconi - il raddoppio nel mondo delle centrali nucleari esistenti - per le emissioni globali di Co2 la riduzione sarebbe solo del 5% . Occorrerebbe una nuova centrale ogni 2 settimane da qui al 2030, spendendo tra 1.000 e 2.000 miliardi di euro, aumentando il rischio di incidenti e aggravando la questione irrisolta delle scorie.
Se poi guardassimo oltre il 2030, il nucleare dovrebbe arrivare a pesare almeno per il 20-25% del mix elettrico per rallentare il cambiamento climatico. Occorrerebbero almeno 3 mila centrali nucleari in più (oggi sono 439): 3 nuove centrali al mese fino a fine secolo, con prezzi alle stelle dell'uranio in via di esaurimento.
2. Clima e acqua : emergenze ambientali.
Lungo l'intero ciclo di vita dell'uranio, dalla miniera al reattore, si registrano emissioni di Co2 inferiori, ma confrontabili con quelle che accompagnano il ciclo del gas naturale.
Sono emissioni connesse all'esercizio della centrale, ma soprattutto alle fasi relative a costruzione, avvio, posizionamento in loco del combustibile fissile, che possono avvenire attualmente solo con l'impiego molto elevato di fonti fossili nell'area di costruzione e in miniera. Inoltre, agli impianti nucleari occorrono enormi quantità di acciaio speciale, zirconio e cemento, la cui produzione richiede carbone e petrolio.
Sommando tutto, la Co2 emessa nel ciclo completo di un impianto nucleare corrisponde all'incirca al 40% di quella prodotta dal funzionamento di una centrale di pari potenza a gas naturale. Senza contare lo stoccaggio finale dei rifiuti, per cui mancano esempi.
L'energia nucleare è destinata solo alla fornitura di elettricità, che conta per il 15% degli usi finali di energia nel mondo (il restante 85% va in trasporti, calore per riscaldamento e processi industriali). Un aspetto critico, spesso taciuto, nel processo nucleare è la quantità di acqua necessaria. Per evitare rischi di incidente catastrofico l'acqua ai reattori deve fluire, per asportare l'eccesso di calore, in volumi 10 volte superiori a quelli delle centrali tradizionali, con dispersione in vapore in aria e ritorno nel letto a elevata temperatura.
Dove le filiere atomiche hanno subito una diffusione massiccia, come in Francia, la crisi idrica si è già manifestata. In questo paese il 40% di tutta l'acqua fresca consumata va a raffreddare reattori nucleari.
3. Sicurezza.
Il nucleare comporta seri e irrisolvibili problemi di sicurezza.
A 22 anni dall'incidente di Chernobyl, non esistono ancora garanzie né per la contaminazione «ordinaria» radioattiva da funzionamento, né per l'eliminazione del rischio di incidente nucleare catastrofico. Piccole dosi di radioattività nell'estrazione di uranio e durante il normale funzionamento delle centrali, non sono rilevabili in tempo reale, ma solo registrabili per accumulo a posteriori.
Vi sono esposti i lavoratori, come nel caso dei tre recentissimi incidenti consecutivi di Tricastin , in Francia, e la popolazione che vive nei pressi della centrale, come nel caso recente, di Krsko, in Slovenia.
In un processo di combustione, spegnendo l'impianto, cessa anche la produzione di calore. In una centrale nucleare, invece, anche quando la reazione a catena viene «spenta», i prodotti di fissione presenti nel nocciolo continuano a liberare calore. Se non può essere rimosso, questo determina la fusione del combustibile e il rilascio catastrofico di materiale radioattivo, che si disperde nello spazio e permane attivo nel tempo.
E' un'eventualità insopprimibile di una probabilità di catastrofe prevista e connaturata alla progettazione, che rende imponderabile il rischio nucleare.
Nonostante l'enfasi che si vuole porre su un'ipotetica «quarta generazione» operativa solo dopo il 2030 (?), con i reattori in grado di eliminare parte delle scorie (?), l'impiego di miscele di combustibile meno pericolose (?), oggi si possono realizzare solo centrali intrinsecamente insicure.
Le scorie radioattive sono tra i problemi più noti in relazione alle centrali nucleari. Non esistono soluzioni concrete. Le circa 250 mila tonnellate di rifiuti radioattivi prodotte finora nel mondo sono tutte in attesa di siti di smaltimento definitivi. Il problema rimane senza soluzioni, producendo effetti incommensurabili sul piano economico. Sarebbe impossibile affrontarlo ex novo su scala nazionale e irresponsabile trascurarne le conseguenze. In Italia, però, nel governo nessuno si preoccupa delle scorie prodotte dall'ipotizzato piano nucleare.
4. Esauribilità e costi.
Secondo le stime del World energy council , l'uranio estraibile a costi convenienti è pari a 3,5 milioni di tonnellate, a fronte di un consumo annuo di circa 70 mila tonnellate. Al ritmo attuale l'uranio è disponibile solo per 40-50 anni. Se aumentassero le centrali, inizierebbe una competizione internazionale per questa risorsa scarsa.
Il ciclo nucleare ha costi diretti e indiretti troppo elevati, e perciò destinati a essere scaricati sulla collettività. Di fatto, il nucleare è la fonte energetica più costosa che ci sia.
Negli ultimi anni, il prezzo dell'uranio è cresciuto di sei volte, passando da 20 $ per libbra del 2000 ai 120 $ del 2007 e si prevede salirà. Inoltre, gran parte del costo dell'elettricità da nucleare è legato alla progettazione e realizzazione delle centrali: il doppio di quanto ufficialmente dichiarato, per i tempi di ritorno di 20 anni. Aggiungendo anche i costi di smaltimento delle scorie e di decommissioning degli impianti, le cifre sono imprecisabili, ma più alte delle altre fonti. Il Kwh da nucleare risulta apparentemente poco costoso dove lo stato si fa carico di sicurezza, ricerca e inconvenienti di gestione, ma soprattutto delle scorie e smantellamento delle centrali.
Sono proprio questi costi e la possibilità di ripensamento dei governi in crisi finanziaria, a aver scoraggiato gli investimenti privati negli ultimi decenni.
Nel caso dell'Italia, nonostante la propaganda di Scajola e soci, il nucleare non consentirebbe di ridurre la bolletta energetica. Infatti, per un totale di 10-15mila Mw di potenza installata su una decina di impianti, occorrerebbe costruire da zero tutta la filiera, investendo tra i 30 e i 50 miliardi di euro (scorie escluse) con i primi ritorni solo dopo 15 o 20 anni e sicuramente bollette più salate.
Articolo di: MARIO AGOSTINELLI
Liby

28/09/08

Nucleare? No grazie!!! - Chernobyl, per non dimenticare

E adesso ci toccherà anche il nucleare, con tutti gli interessi privati che girano intorno a questa fonte di energia, fondamentalmente molto economica ma altrettanto altamente pericolosa

Non basta un Referendum in cui abbiamo espresso il nostro dissenso, il nostro pensiero, le nostre idee ormai non contano pìù nulla, non sono bastati i tanti incidenti nucleari successi, nulla, non serve non sapere ancora dove o come smaltire le scorie radiottive, altro business, ... aprite gli occhi, basta poco, anche un solo incidente per arrecare danni irreversibili che si ripercuoteranno per anni ... anni ... anni!!!

Liby

PS: Si sconsiglia la visione a persone impressionabili.

25/09/08

La nuova Costituzione - By Manublog

Ricevo invito e pubblico volentieri il post di ManuBlog, un amico oltre che un ottimo e profondo analizzatore delle problematiche nazionali, ..... ehmmm ... del PROBLEMA Nazionale !!!
Quest'ultimo periodo sono stato realmente assente, ma la ricerca di Libertà, Democrazia ed impegno nella lotta ai Soprusi non mi ha assolutamente abbandonato e vive in me come fiamma ardente, ho messo comunque da parte un pochino di documentazione interessante, appena sarò più libero dai gravosi impegni per la sopravvivenza rimedierò, come al solito a modo mio, a questa defezione.
Ringrazio tutte le persone che continuanoi a visitare il mio Blog pur se non aggiornato!!

Liby

La nuova Costituzione della Repubblica Italiana by ManuBlog

L'avevano detto tutti: la Costituzione è vecchia, ormai. Dopo sessant'anni è giunto il momento di riforme costituzionali, di leggi che rispecchino in modo migliore la società italiana del 2008.
Ecco perchè è giunto il momento di pubblicare la Nuova Costituzione della Repubblica Italiana. [.. continua su ManuBlog]

20/09/08

BERLUSCONI - MILLS: PM, SORPRESO DA COMMISSIONI IL VENERDI'

(AGI) - Milano, - 19 set. - "Non sono esperto di interna corporis parlamentari, ma, per fatto notorio e per mia esperienza in questi anni di processi, so che le commissioni si riuniscono al martedi', mercoledi' e giovedi'. Non credo che queste commissioni siano decisive per il futuro della Repubblica". Il pm Fabio De Pasquale spiega in aula le ragioni per cui il legittimo impedimento parlamentare degli avvocati di Berlusconi non lo convincono e quella che doveva essere l'udienza del dopo - Lodo Alfano del processo al premier e a David Mills diventa l'ennesima occasione per uno scontro, con riflessi politici, tra la magistratura e il Cavaliere. Le parti in aula ignorano il Lodo, lo scudo giudiziario per le piu' alte cariche dello Stato, che mettera' in soffitta - salvo interventi della Consulta - il processo fino alla fine di questa legislatura. Le polemiche stavolta si concentrano sulla richiesta di legittimo impedimento presentata dai legali del premier che sostengono di non poter partecipare all'udienza di oggi per gli impegni nelle commissioni giustizia di Camera (Niccolo' Ghedini) e Senato (Piero Longo). "Una commissione convocata di venerdi' - scandisce De Pasquale - e' molto sorprendente. E' la prima volta che sento di un impegno parlamentare di venerdi'. Questa - continua - e' la prima udienza dopo l'approvazione del Lodo Alfano ed e' stata fissata due mesi fa. Mi chiedo se il comportamento di Berlusconi sia in linea con la leale collaborazione e il dovere di fare in modo che il processo si svolga, principi indicati dalla giurisprudenza costituzionale". Secondo il magistrato, "la difesa Berlusconi avrebbe potuto organizzare le cose diversamente", per questo chiede al Tribunale "di acquisire informazioni dal Parlamento sulle ragioni straordinarie per cui oggi si sono riunite le commissioni". Il giudice Gandus non accoglie pero' la tesi del pm e rinvia il processo per legittimo impedimento al 27 settembre. Data che neppure andrebbe bene a Longo, fa sapere il suo praticante Filippo Pagnocco, a causa di un impegno in un congresso. "Questo non e' legittimo impedimento", sentenzia Gandus, e conferma l'appuntamento per il 27.
Il lupo perde il pelo ma non il vizio .....
Liby
« Questo Masaniello è pervenuto a segno tale di autorità, di comando, di rispetto e di ubbidienza, in questi pochi giorni, che ha fatto tremare tutta la città con li suoi ordini, li quali sono stati eseguiti da' suoi seguaci con ogni puntualità e rigore: ha dimostrato prudenza, giudizio e moderazione; insomma era divenuto un re in questa città, e il più glorioso e trionfante che abbia avuto il mondo. Chi non l'ha veduto, non può figurarselo nell'idea; e chi l'ha veduto non può essere sufficiente a rappresentarlo perfettamente ad altri. Non vestiva altro abito che una camicia e calzoni di tela bianca ad uso di pescatore, scalzo e senza alcuna cosa in testa; né ha voluto mutar vestito, se non nella gita dal Viceré»

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